domenica 21 novembre 2010

Un saluto veloce

Da qualche settimana pensavo di lasciare un post di saluti e ringraziamenti in virtù del fatto che in questo blog accade una cosa che non immaginavo ma che mi piace molto. Continua ad essere letto. E parecchio. A distanza di mesi dalla sospensione ogni tanto ci torno e scopro che i lettori sono costanti e numerosi. Mi piace pensare che la scelta di inserire tanti capitoli del libro sia stata efficace, e che dunque le parole che ho scritto continuino a circolare e possano essere spunto di riflessione. Tuttavia, come ho accennato il giorno dei saluti, sono immersa in un progetto che mi impegna molto e di cui più avanti saprete certamente di più.
Stamattina però ho letto questo, ed è un progetto che reputo importantissimo poiché racconta di malattia, di limite, di dolore, di cure, di speranze, di rabbie, di stupori, di attese e molto altro. Di troppe cose che il più delle volte si tenta di far finta che non esistano. Si pensa - e ci si illude- che succedano solo agli altri, che sia meglio non parlarne troppo. Invece no.
E’ scritto con la forza, l’intelligenza e l’anima di un gruppo di persone che seguo costantemente, il più delle volte silente, ma da cui imparo ogni volta qualcosa di nuovo. Eccomi qui dunque a salutarvi, e a chiedere – a chi lo desidera- di far circolare questa idea. Arrivederci!

martedì 13 aprile 2010

Arrivederci

Fiammetta, di Spazio Neomamma, in un commento al post precedente scrive “aspettiamo la tua prossima pubblicazione” e mi dà la spinta (grazie Fiammetta) a decidere ciò che meditavo da un po’: sospendere la scrittura sul blog. E dico sospendere, sottolineato dall’arrivederci del titolo, perché è mia intenzione tornare in futuro. L’esperienza del blog è stata positiva e portatrice di molteplici incontri e non la considero affatto conclusa. Ma c’è un altro figlio creativo in gestazione che richiede il mio tempo e le mie energie, e per quanto La solitudine delle madri, da buon primogenito, abbia assorbito buona parte delle mie cure, è ora che cammini da solo senza il mio sguardo continuo. A fianco ho inserito altri capitoli e, per chi lo desidera, c’è materiale da leggere sia in merito al libro che all’interno del blog. E’ indubbiamente più facile dire arrivederci che addio, per quanto anche un arrivederci comporti qualcosa che ha a che fare con la separazione. E dunque lascio questo pezzo di strada compiuto insieme e vi dico grazie per la presenza, i messaggi pubblici e privati, la condivisione, l’apprezzamento per il libro, le discussioni, i confronti, la crescita. Alcune persone mi stanno domandando quale sarà l’argomento del mio prossimo libro. La cosa di cui sono certa è che ruoterà intorno ai temi del femminile, e che sto covando parole che necessitano di buio, silenzio, e assenza, per poter trovare una forma.

Ma buio, silenzio e assenza sono parole che mi ricordano l’incipit di un racconto che avevo scritto anni fa in omaggio a mia nonna -amatissima nonna -morta a 103 anni. Se a quel tempo fossero esistiti i blog, lei di certo ne avrebbe avuto uno. E io non so cosa darei per poterlo leggere.

Sbrigatevi. Comprendo la pacata fermezza dei vostri gesti e quel lento indugiare su ciò che va comunque compiuto. Il risultato è buono, siatene certi, e i vostri sguardi sono un codice muto ben addestrato. Ma sbrigatevi, ho detto, abbandonate ogni cautela per riservarla a chi – più di me - potrà farne un buon uso.
Piuttosto…questo odore? È alluminio forse? O zinco? Ah che fastidio! Proprio non ci voleva. E’ per questo che mi hai (sì, dico a te, che tieni gli occhi bassi nel viso serio, i capelli in ordine e il cappotto blu) infilato una rosa tra le mani giunte? Speri forse che il suo profumo riesca a coprire l’odore caldo e nauseabondo che mi tocca sentire? La corona del rosario è avvolta intorno alle dita in modo tale che non riuscirò mai più a sgranchirle, e il velo di tulle, che hai posato con tanta cautela, mi fa il solletico al naso. Mi spieghi come posso grattarlo tra la corona, la rosa e ora anche il tulle?
Sbrigati dunque, aspettavo da tempo questo momento, da così tanto che pensavo di essere stata dimenticata. Sai, temevo, di essere finita nell’archivio “persone smarrite” dove c’è così tanta polvere e ragnatele che il rischio è di rimanere impigliati. Né di qua, né di là. Gran brutto posto. Ma ieri, dal mattino presto, un malessere strano ha pervaso il mio corpo e l’ho anche detto: “Non mi sento bene, niente bene”. Con un ultimo ostinato colpo, il mio cuore, stupido vecchio cocciuto cuore, ha pompato quel poco che rimaneva. E se ora ti sbrighi a prendere quel coperchio di legno, quello appoggiato all’armadio – stai attento, che se ti cade sui piedi ti fai male sul serio- se ora ti sbrighi, dicevo, mi fai proprio un regalo. Se non sbaglio ci sono ancora le scale da scendere e meno male che mi è sempre piaciuto ballare.
Fuori, in cortile, mi aspetta una macchina, un lusso di macchina; così lucida e lunga non c’ ero mai salita. Tutta per me. E la chiesa, dove il prete, se è quello di sempre, non dovrebbe sprecare troppe parole. Speriamo!
Sbrigatevi. Sbrigatevi tutti e posatemi là dove voi sapete. Se qualcuno di voi che sta qui intorno e bisbiglia sommesso, non è pronto, non importa. Lo sono io. Voglio silenzio e buio e assenza e vento.
Per un po’ di tempo.
Prima di un altro viaggio.

Arrivederci!!!

mercoledì 7 aprile 2010

Bravi Bimbi

Ho risposto qui a un po' di domande.
Grazie per l'ospitalità!

martedì 6 aprile 2010

Qualche mese dopo

Ecco un altro capitolo del libro.
Buona lettura.

martedì 30 marzo 2010

Poesia, corpo, voce

Leggendo il libro di poesie di Dale Zaccaria: Inedito per una passante, riflettevo su quanto gli esseri umani si dividano non troppo equamente tra coloro che della morte non vogliono sentire parlare tentando di ignorare che esiste e coloro che vi si addentrano in un modo o nell’altro e per questo sono molto più vivi. L’autrice appartiene al secondo gruppo. Nell’introduzione, c’è una frase che ben sintetizza il titolo del libro: “esprime sia il senso della precarietà della vita (una passante) che l’impressione di novità che ciascuna esperienza porta con sé (inedito)". Scegliere una delle poesie non è stato semplice: quella che trascrivo qui mi auguro sia di buon auspicio per noi donne. Ne abbiamo un gran bisogno. Tempi bui.

Canto per Malalai Joya

Io canto la voce di una donna

di altre cento mille donne

canto queste donne
queste madri
queste figlie

questi occhi possano vedere
queste mani hanno altre cento
mille mani da toccare

senza polvere e senza catene
canto il loro canto

ché non si pieghi
ché non si fermi
ché germogli questo canto

per altre cento donne mille donne
canto la voce di una donna

senza fili
senza barriere
senza il seme del loro sangue

senza nessun padrone

canto questo fiore
canto questa madre
canto questa figlia

canto il canto di queste donne
altre cento mille donne.

L’ho scoperta transitando nel blog corpodipoesiaproject. In effetti la poesia è solo una delle espressioni artistiche di Dale Zaccaria, giornalista e operatrice interculturale. Da anni ricerca la contaminazione fra le diverse arti attraverso performance dal vivo con la musica, la danza, la poesia, la pittura. La qualità del suo lavoro conduce in quel territorio dove si respira il connubio tra disciplina e anima.

giovedì 25 marzo 2010

L'Ascoltatrice

Uno dei blog per me irrinunciabili è quello di Marina. E’ un' insegnante in pensione e ogni volta che la leggo penso: “ma perché non ho avuto un’insegnante così”? Non sono solo la qualità indiscutibile della scrittura o il pensiero svelto e inconsueto ad affascinarmi, ma la capacità di compiere gesti come quelli che hanno preceduto la scrittura del suo libro. Chi ama scrivere ha bisogno di storie, si sa, e allora lei che ha fatto? E’ andata per qualche mese ogni mattina in Piazza Vittorio a Roma, si è seduta su una panchina con a fianco un cartello con queste parole: “Vuoi parlare con me? Scriverò il tuo ritratto o la tua storia. E’ gratis”. Ha scritto un bel po’ di storie, le ha donate a chi gliele ha raccontate, e le ha raccolte in un libro. Lo leggerò e mi piacerà perché le sue parole mi piacciono sempre. Ma è quel gesto che volevo sottolineare.

lunedì 22 marzo 2010

Il parto e l'allattamento

Ecco qui a fianco altri due capitoli del libro. Sia il parto che l’allattamento sono temi sui quali le varie correnti si “scannano”. Quando li avevo scritti, nel 2007, in rete esistevano i primi blog di madri e non erano ancora frequenti le discussioni in merito che tutti oramai conosciamo, e che fanno emergere quanta strada ci sia ancora da fare semplicemente verso il rispetto dell’idea altrui. Per quanto mi riguarda, calcolando che sono passati tre anni e che è un tempo in cui può accadere di trasformare delle opinioni, la penso allo stesso identico modo di allora.

venerdì 19 marzo 2010

aNobii, il tarlo della lettura

Martedì 23 marzo 2010, ore 18:30, alla libreria Altroquando, Piazza Pasquino, Roma ci sarà la presentazione di aNobii, il tarlo della lettura (Rizzoli).
La serata sarà aperta da un intervento di Alberto Schiariti, che presenterà la sua iniziativa Leggere, leggere, leggere: il 26 marzo 2010 regala un libro a uno sconosciuto.

Interverranno le giornaliste e scrittrici Barbara Sgarzi e Flavia Amabile.

Barbara Sgarzi ha scritto con ironia delle sacrosante verità in Bimbo a bordo.
Flavia Amabile, racconta in Fiordamalfi la storia di un uomo che vive la paternità in modo forte. Ho amato molto la descrizione della relazione padre-figlio e la sensazione di essere catapultata nei luoghi in cui la storia è ambientata.

domenica 14 marzo 2010

Segnalazione VitaminaM(amma) e antefatti di La solitudine delle madri

Chi siamo:
Siamo un gruppo di mamme di Torino e dintorni che dopo essersi incontrate per più di un anno ed essersi confrontate su temi quali la gravidanza, il parto, il puerperio, la crescita dei figli, ha deciso di organizzarsi in associazione per raggiungere un numero sempre maggiore di madri e condividere con loro la propria esperienza, mettendo a disposizione le proprie conoscenze. Convinte che troppo spesso nella nostra società le madri rischino di restare isolate e siano spesso sole, vorremmo creare una rete virtuale e reale dove sia possibile trovare sempre ascolto e consiglio, nonché aiuto pratico nelle scelte di tutti i giorni.
Qualunque mamma di Torino, dintorni e Piemonte interessata alle nostre iniziative è la benvenuta, senza alcun obbligo (nè tantomeno costo) e saremo felici se diffondeste anche con amici e conoscenti!

Se date un’occhiata
a questo sito troverete ulteriori indicazioni.


Sotto l’immagine del libro troverete il primo di una serie di capitoli che posterò. Ovviamente inizio con la parte che racconta il perché un giorno ho deciso che ciò che pensavo della maternità non poteva più stare solo nella mia testa e nella mia pancia. Racconta che cosa è successo “prima”. Sono molto attenta al qui e ora della vita. E oriento di frequente uno sguardo al futuro, agli orizzonti possibili. Ma considero il passato, il prima, una risorsa e una trama imprescindibili per le ricerche di senso e significati in ogni cosa: libri compresi. Ecco gli antefatti dunque. Per chi desidera leggerli e per chi li ha già letti in cartaceo e ha voglia di rileggerli.

domenica 7 marzo 2010

Roma è bella anche con la pioggia…

…. pensavo avviandomi verso la sala del carroccio in Campidoglio, dove la cooperativa Pandora ha organizzato il convegno “La solitudine delle madri e l’importanza della prevenzione”. All’interno del sito di Pandora troverete maggiori informazioni, io mi limito a sottolineare quanto mi ha colpito positivamente la loro capacità di portare avanti iniziative come quella della doula che, gratuitamente, due volte la settimana, segue la madre nei primi mesi dopo il parto. La cooperativa opera in collaborazione con le istituzioni e pur con tutte le inevitabili difficoltà date dalla cronica carenza di fondi, prosegue un progetto di sostegno alla maternità abbastanza inconsueto. Intanto perché è gratuito, poi perché è attento alla fase successiva la nascita del bambino. Di solito, tuttora, c’è più attenzione nei mesi precedenti il parto e non c’è ancora una piena consapevolezza di quanto le donne vacillino maggiormente dopo. Complici certo gli sbalzi ormonali, la stanchezza del sonno interrotto, della poca dimestichezza con un neonato, della carente tutela nel lavoro, ma ancora troppo per la convinzione che quando nasce un bambino la felicità dell’evento dovrebbe risolvere pari pari ogni titubanza. Va be’…

Il giorno successivo ero a Massa Lombarda, nello Spazio Donna di cui è coordinatrice Naima Nassamer, mediatrice sociosanitaria presso l’AUSL del distretto di Lugo. Non riuscirò con le mie parole a trasmettervi ciò che lei ha trasmesso a me con il suo racconto. Mi piacerebbe avere un video di ciò che ha detto e di come l’ha detto, perché il tempo del suo intervento vale come dieci libri sulla solitudine delle madri. Nello specifico la solitudine delle donne che stanno per partorire e non conoscono una parola della nostra lingua. Lei l’ha vissuto, lei lo sa. L’ha attraversato sulla sua pelle e questo fa la differenza nel suo raccontare di quando la chiamano e che sia giorno o che sia notte, non importa, lei parte e raggiunge l’ospedale per stare vicino a quella donna che in un momento così forte della sua vita non ha linguaggio, non ha parola. Donna che a volte ha già conosciuto in precedenza durante le visite di controllo, e di cui è spesso l’unico riferimento in un luogo in cui è immigrata da poco e nel quale vive parecchio chiusa in casa. Ascoltandola pensavo a quanta passione mette nel lenire la solitudine muta di quelle donne e quanto bene faccia a loro e a quella parte di lei che un tempo era altrettanto muta.

lunedì 1 marzo 2010

Roma e Massa Lombarda

Tornerò a Roma il 4 marzo. La Cooperativa Pandora ha organizzato il convegno: La solitudine delle madri e l’importanza della prevenzione. Campidoglio, Sala del Carroccio 9-13. L’obiettivo dell’incontro è quello di affrontare il tema della solitudine delle madri e analizzare la figura della doula nella prevenzione e nel sostegno domiciliare delle neo-mamme, confrontando l’esperienza di Pandora con quella di altre realtà del privato sociale. Sono davvero curiosa di saperne di più sulla figura della doula.

Il giorno successivo sarò a Massa Lombarda. Marina Lamonarca, assessore alle politiche e servizi sociali, ha letto il libro, il blog, mi ha cercata e…in quattro e quattr’otto ci siamo trovate d’accordo. Probabilmente condividiamo entrambe la frase che c’è al fondo della locandina: L’amore materno è solo un sentimento umano. E come tutti i sentimenti è incerto, fragile e imperfetto. Elisabeth Badinter, L’amore in più, 1980.

lunedì 22 febbraio 2010

Progetto Steadycam

Questo logo appartiene al sito del progetto Steadycam: servizio pubblico gratuito senza fini di lucro A.S.L. CN2 Ser.T. Alba-Bra. E’ un Centro di documentazione audiovisiva nell’ambito del monitoraggio della comunicazione televisiva e audiovisiva rispetto al target adolescenziale e giovanile. E’ talmente ricco e ben fatto che non provo nemmeno a descrivere tutto ciò che contiene. Sottolineo solo che è un sito irrinunciabile per gli adolescenti e per i genitori degli adolescenti e dei preadolescenti, per gli insegnanti e per tutti coloro che desiderano informazioni in merito a: “ Ciò che i palinsesti televisivi nazionali propongono a livello di “immagine giovanile” e offrono ai giovani stessi. On line sul sito web, è composto da oltre 19.000 schede di programmi televisivi (servizi da telegiornali, programmi di attualità, spot pubblicitari, videoclip) e film. La maggior parte del materiale viene inoltre registrata ed è visionabile presso il Centro di documentazione. Alcuni esempi di temi per le ricerche (l’elenco completo è accessibile dalla sezione banca dati): Adolescenza, Scuola, Droghe, Tossicodipendenze, Gambling, Alcool, Comportamento a rischio, Informazione, Prevenzione, Incidente, Affettività, Sessualità, Musica, Disturbi alimentari, ecc…)”.

mercoledì 17 febbraio 2010

martedì 9 febbraio 2010

Separazioni e conseguenze

Erich Fromm aveva scritto che “Il rapporto tra madre e figlio è paradossale e, per un senso, tragico. Richiede il più intenso amore da parte della madre, e tuttavia questo stesso amore deve aiutare il figlio a staccarsi dalla madre e a diventare indipendente”.
E io sono assolutamente d’accordo.


Iaia Caputo in Di cosa parlano le donne quando parlano d’amore ha scritto: “So che i miei figli mi hanno resa migliore e più calda d’affetti e più sapiente - non voglio neppure immaginare cosa sarei diventata senza di loro - ma continuo ad assaporare il piacere della casa vuota, l’anarchia di un weekend senza orari e frigorifero vuoto, il gusto della libertà senza limiti di tempo, di sonni infiniti, di cinema e letture”.
E io sono assolutamente d’accordo.

venerdì 5 febbraio 2010

Indagine Europea delle madri

Troverete qui tutte le indicazioni per compilare il questionario anonimo con il quale si vuole sondare il livello e la qualità di benessere "globale" delle madri e delle loro famiglie, dando così voce alle attuali reali esigenze, priorità, desideri.


Le parole sopra sono copiate dal sito. Di mio, a "dando così voce alle attuali reali esigenze, priorità, desideri", aggiungo: speriamo!!


martedì 2 febbraio 2010

Maternità e imprevisti

Ogni tanto vado a scrivere anche a casa altrui. Oggi sono da genitoricrescono, che ringrazio per l'ospitalità, e per chi desidera leggerlo, l'articolo si trova qui.

domenica 31 gennaio 2010

Compleanno

Questo blog compie un anno. Spronata a scriverlo da ITmom e Piattinicinesi, ero partita con dubbi e timori e speranze. A distanza di dodici mesi il bilancio, per me, è assolutamente positivo anche se ci sono stati momenti durante i quali mi pareva di non aver nulla da dire e pensavo che forse era arrivato il momento di chiuderlo. Ma i vostri commenti mi suggerivano che qualcosa circolava, e che il mio timore che diventasse un luogo di cose sfilacciate e polverose non si stava avverando. Strada facendo oltre al tema “ombre della maternità” a me molto caro, ho inserito segnalazioni, recensioni, immagini: il viaggio insomma è stato una scoperta continua ma non così lontano come contenuti da quelli che immaginavo. Per quanto riguarda le persone invece la sorpresa è stata maggiore. Non pensavo davvero che sarebbe stato il mezzo per incontrare tante donne affini. Alcune le ho conosciute di persona, con altre ci sono contatti via mail, con altre ancora semplicemente ci siamo conosciute attraverso i commenti pubblici nei quali però è evidente, al di là di quelle che possono essere delle sane differenze di pensiero, che esiste un filo conduttore, una base comune sulla quale far circolare nuovi pensieri. Un anno è anche tempo di bilanci e di passaggi e io comincio ad avere voglia di qualcosa di nuovo da un punto di vista grafico; almeno di qualche aggiustamento. Ma - inutile dirlo - per le modifiche attendo che mio figlio torni dall’Australia.
“Torno mamma, torno presto, ma faccio ancora un salto (?!) in Vietnam, perché voglio vedere la valle del Mekong e mi sono iscritto a un corso di cucina vietnamita”.
Dunque attendiamo, il blog e io e non solo, che Francesco termini il suo viaggio. Nel frattempo ho chiesto alla casa editrice se era possibile inserire sul blog alcuni capitoli del libro, e mi hanno risposto sì, e li stanno preparando. Fra poche settimane quindi sarà possibile leggerne qui alcune parti. Non ho altro da aggiungere, a questo post, tranne un grazie enorme la cui eco è così forte che spero proprio possa giungere fino a voi.

domenica 24 gennaio 2010

Annunciazione di Simone Martini

Non sono numerose le immagini di Annunciazione nelle quali Maria rappresenti uno stato d’animo diverso da quelli che siamo soliti vedere nelle numerose opere pittoriche dipinte nei secoli. Quando ne trovo una provo una sensazione di sollievo: dunque anche in passato si potevano cogliere stati d’animo meno stereotipati. Si poteva poco, ma si poteva.

Simone Martini, nel 1333, dipinse insieme al cognato Lippo Memmi l’Annunciazione fra S.Ansano e Santa Messina. Si trova negli Uffizi e mi pare di vedere che Maria di fronte all’Angelo Gabriele non sia al massimo della felicità. Che si ritragga un po’?

Simone Martini, l’Annunciazione fra Sant’Ansano e Santa Massima, 1333. (particolare)

sabato 23 gennaio 2010

Milano: parte il MOM COACH

Troverete qui tutte le informazioni che riguardano il progetto Mom Coach nato dalla collaborazione di VereMamme con altre due realtà, Dol's e Coaching & Training Strategy Group, che si sono ritrovate intorno ad uno stesso obiettivo: valorizzare la donna in tutte le sue espressioni.

Mai più sole

E' nato il blog dell'Associazione Antiviolenza di Savigliano "Mai più Sole". Troverete qui ulteriori informazioni di questa importantissima iniziativa.

domenica 17 gennaio 2010

Da: Se non la vita

Sono stata cavalla
mucca farfalla
Sono stata una cagna
una vipera un’oca
Sono stata tutte le cose mansuete
e ampie della terra
il vuoto del corno che chiama alla guerra
l’oscuro tunnel dove sferraglia il treno
la caverna a notte dei pirati
Sono stata quella che sempre deve essere là
una certezza quadrata
Sono stata tutto ciò che poteva servirti
a prendere il volo
sono stata anche tigre
cima e voragine
strega
sacra e terribile bocca dentata
Come avresti potuto altrimenti essere tu il cacciatore
l’esploratore
l’eroe dalle mille avventure?
Sono stata persino terra e luna
perché tu potessi metterci
il piede sopra
E adesso
questa ruota si è fermata
devo fare una cosa
mai fatta forse mai esistita
una cosa anche per te ma
soprattutto per me
per me sola
tanto autentica e nuova
che trema persino il volto della vita.

Questa poesia è stata scritta un bel po’ di anni fa da
Bianca Garufi. Mi piacerebbe poter dire che non esistono più donne che non hanno mai fatto una cosa “soprattutto per me per me sola tanto autentica e nuova che trema persino il volto della vita”. Ma so che non posso. A loro e a tutte quelle che comunque troppo poco si occupano di sé e troppo degli altri, chiunque siano gli altri, dedico questa poesia. Poesia curativa anche per le donne che non temono di fare cose per sé, ma che nel continuare a farle devono zittire spesso una vocina maledetta che suggerirebbe il contrario.

venerdì 15 gennaio 2010

Reggio Emilia Bimbi

Per chi vive a Reggio Emilia e dintorni, o per chi a Reggio Emilia e dintorni ha parenti, amici, colleghi a cui poterla segnalare, ecco qui una bella e utile iniziativa nata dalla collaborazione di Arianna e Silvia.

mercoledì 13 gennaio 2010

Segnalazione- arteterapia

Per mamme e bambini che vivono a Milano e dintorni, e vogliono sperimentare l'arteterapia, ecco qua un'iniziativa di una collega.

martedì 5 gennaio 2010

Uno virgola due

“Mi chiedevo come mai, sempre più spesso, sentivo le donne
lamentarsi per soprusi e ingiustizie subite sul lavoro durante o dopo la maternità. Ho deciso di iniziare una ricerca e ho pubblicato annunci sui giornali per chiedere alle madri di scrivermi e di raccontarmi le loro storie.
La quantità di testimonianze ricevute mi ha fatto capire
quanto il problema fosse esteso a un gran numero di donne,
senza distinzione di provenienza o classe sociale.
Donne che vengono punite per aver avuto un figlio, donne a
cui vengono tolte le mansioni di responsabilità, donne che
vengono licenziate o, quando la legge non lo permette, vengono messe in condizioni tali da essere costrette a lasciare il proprio lavoro. Intanto l’Italia è in allarme. Da anni è il paese con la più bassa
natalità al mondo. Il numero medio di figli per donna è fermo a uno virgola due. Poco più di un figlio a testa. Chi ha sfidato il sistema una volta, quasi mai ripete l’esperienza.”


Tempo fa lessi queste parole di Silvia Ferreri e scoprii che da quella ricerca erano nati un libro e un documentario: Uno virgola due. Il lavoro mi piacque molto e chi è stato presente a qualche presentazione del mio libro ne avrà già sentito parlare perché lo cito sempre per l’attenzione che ha avuto l’autrice su maternità e mondo del lavoro. Parallelamente alle interviste a donne che narrano la situazione da loro vissuta, scorrono flash della storia delle donne della famiglia di Silvia. Dal 1900 in avanti. E mentre procedono gli anni il numero di figli partoriti da ogni donna, diminuisce. Perché l’Italia è un paese nel quale una donna che sceglie di non diventare madre subisce una pressione sociale forte e domande inopportune, ed è anche il paese nel quale una donna che sceglie invece di diventarlo riceve pochissimo sostegno. Silvia Ferreri, attrice, regista, autrice del libro e del documentario ha da poco aperto questo blog, dove troverete ulteriori riferimenti in merito a Uno virgola due, e il progetto di una nuova ricerca. Il problema lavoro non è affatto risolto. Tutt’altro. La ricerca di Silvia continua. So che alcune lettrici di questo blog hanno vissuto e vivono sulla loro pelle questa dura realtà. Vogliamo aiutarla in questa ricerca?