lunedì 27 aprile 2009

Segnalazione

Mamma mia (a proposito di quanto sia facile essere madre in Italia...)

domenica 26 aprile 2009

Verso Elettra

Andrò a vedere Silvia Battaglio in Verso Elettra, a Torino dal 6 al 10 maggio. L’ho scoperta l’anno scorso, casualmente (ma perché mai siamo quotidianamente funestati da personaggi insulsi e le persone di valore le dobbiamo andare a cercare? Va bè un’idea ce l’avrei ma non è questo il post). In ogni caso Silvia Battaglio è giovane e sono certa che sentiremo parecchio parlare di lei. Avevo visto il suo Un sogno per Maria perché una frase riferita allo spettacolo mi aveva colpita molto. Quella in cui l’annuncio che l’Angelo fa a Maria viene visto come un dono e una mancanza. Una sintesi poetica ed efficace per descrivere la realtà dell’essere madre: un dono enorme e sì, anche una mancanza. Ero andata dunque per l’argomento e avevo scoperto questa donna che è autrice, regista e canta e recita, e danza mescolando corporeità e spiritualità con un talento innato coltivato dalla disciplina. Un’artista a tutto tondo.

giovedì 23 aprile 2009

domenica 19 aprile 2009

Cose da donne?

I post e i commenti di Silvia e di Denise mi hanno fatto rimuginare su un tema irrisolto: le donne curano, gli uomini molto meno, per ora. Allora sono andata a riprendere uno dei libri che ho amato di più negli ultimi anni: A modo mio di Elena Liotta. E’ un libro utile a ogni donna che desidera riflettere sull’essere tale, uno di quei libri da tenere in libreria, assaporarlo un pezzo per volta, poi leggerlo tutto insieme e infine riprenderlo a tratti. Almeno io così ho fatto. E ora che l’ho riaperto ne trascrivo una parte perché la condivido in pieno e non avrei saputo dirlo così bene.“…le donne- in qualsiasi ruolo si trovino- continuano ad adattarsi e a mandare avanti il loro lavoro facendo spesso appello al rinomato “senso pratico” o “buon senso; alla bravura nell’organizzare, nel comunicare, nel rendersi disponibili quando serve, oltre l’orario, il compito e il contesto.
Ma lo fanno perché sono così di “natura”, come sostengono molti uomini e anche alcune donne?
C’è forse in questo un’ingenua tautologia: visto che lo fanno vuol dire che ci sono portate, oppure sono brave perché lo fanno da sempre, come la funzione materna. Si farebbe meglio a pensare che sono state sempre costrette in qualche mansione, che a ogni generazione hanno imparato dalle loro madri a farlo, che continuano anche oggi poiché le suggestioni sociali e massmediatiche sono sempre le stesse, perché i lavori di accudimento, servizio e cura rimangono ancora facilmente accessibili alle donne, soprattutto perché gli uomini continuano a rifiutarsi di farli.
Rimane il fatto che alcune funzioni e ruoli della vita umana sono essenziali per la sopravvivenza della comunità. Qualcuno dovrà pur occuparsi della manutenzione, della pulizia, dell’igiene, dell’alimentazione, del riposo, dell’accudimento dei piccoli, dei deboli, degli anziani, di spazi, tempi, contesti, persone. Non si tratta solo di lavori elementari, ripetitivi, automatici. Occorre saper pensare, agire, trovare soluzioni, a volte anche sul momento, tenendo insieme coerentemente diverse parti di un sistema.
Anche nelle società psicoanalitiche o negli ordini professionali del campo della cura e dell’educazione, negli uffici di segreteria, centralino, manutenzione e organizzazione troviamo sempre e solo donne.
Ma forse è il caso di smettere di invocare un femminile innato che spinge al servizio. E’ troppo comodo per il maschile per essere vero”.
Questa è la situazione attuale, se i genitori e- mi spiace dirlo- tante madri, smetteranno di crescere i figli maschi come persone alle quali tutto è dovuto, potremo vedere fra qualche anno qualche cambiamento.

lunedì 13 aprile 2009

Siamo alle solite

Avevo messo i commenti in moderazione e ovviamente ora di pubblicarli ho fatto qualche pasticcio. Scoprirò cosa ho combinato in modo tale da non ripetere l’errore. Di tutti i pasticci informatici che combino questo è quello che mi è dispiaciuto di più. Perdere alcuni dei commenti che avevate scritto mi è molto dispiaciuto. Chiedo scusa per questo. Per alcuni di voi so che può sembrare un errore impensabile, per me, che sto all’informatica come un pesce su un sentiero di montagna, è purtroppo pane quotidiano. La cosa interessante è che questa cosa è accaduta per via dell’assenza di mio figlio, quello che con santa pazienza mi risolve ogni problema e tenta di spiegarmi le cose lasciandosi solo scappare ogni tanto un: “Te l’ho detta almeno venti volte - mamma - questa cosa, devo ripeterla?”.
Ehm, sì.
Sarà interessante vedere cosa succederà al blog (e alla mia sanità mentale) da settembre in avanti quando mio figlio starà qualche mese in Australia.

Abbiamo bisogno di padri

Sono andata al cinema, a vedere Gran Torino. E’ un bel film, che sta avendo quasi ovunque ottime recensioni. In effetti tocca dei temi importanti: la solitudine della vecchiaia, l’orrore della guerra e i suoi indelebili incubi, la difficoltà di relazione tra genitori e figli e tra vicini di casa, la problematicità dell’integrazione razziale e in generale il tema del bene e del male.
La relazione che Clint Eastwood instaura con il ragazzino Tao non è certamente consueta tra i padri e i figli di oggi. Indubbiamente, in passato, è stato importante che l’autoritarismo nell’educazione abbia smesso di essere la regola. Troppo dolore aveva seminato quella distanza e quella durezza nell’educare i figli delle generazioni precedenti.
Ma come a volte accade, per guarire da un eccesso, ci si ammala dell’eccesso opposto. E abbiamo avuto modo di osservare bene cosa succede ai ragazzi quando crescono senza regole e limiti. Clint Eastwood è a tratti molto duro con Teo, suo vicino di casa, con il quale per una serie di circostanze si trova a passare del tempo. Di sicuro non lo tratta da amico. Non concede sconti alla fatica e lo allena alla frustrazione. Eppure rappresenta una figura paterna molto importante che sostituisce egregiamente un padre assente.
Per fortuna nella vita ogni tanto si trovano dei sostituti. Penso però che uno dei motivi del successo di questo film sia dovuto al fatto che Clint Eastwood, dando vita a una figura maschile sì burbera, ma affettuosa a modo suo, e decisamente autorevole, abbia colto un bisogno forte della società.


martedì 7 aprile 2009

Il pudore

Mi è tornato in mente questo libro di Monique Selz, letto tempo fa: Il pudore, un luogo di libertà.(Einaudi). Mi è tornato in mente perché ho guardato di nuovo la televisione dopo il terremoto e ho visto che non è cambiato nulla da quando avevo smesso di farlo. Poi ho letto della donna di Vestenanova che ha affogato il figlio di un mese, ho immaginato i fiumi di parole, ipotesi, luoghi comuni che usciranno dalla bocca dei vari esperti, e allora sono andata a riprenderlo quel libro e lo rileggerò. In prima pagina c’è scritto: “Viviamo in una dittatura della trasparenza. Irresponsabili e infantili, mostriamo e guardiamo tutto. Senza interiorità”.

(ho disattivato i commenti).