domenica 30 agosto 2009

In altri termini

Le frasi che seguono sono state scritte da Annie Lecrerc nella postfazione del libro In altri termini di Marie Cardinal. Quando le ho rilette, quest’estate, ho pensato che nonostante siano state scritte 25 anni fa non denunciano affatto la loro età. Eccole dunque, e rieccomi.


“…Perché non credo che il nostro desiderio di nascere cessi nel momento esatto in cui lasciamo il corpo di nostra madre, né che il nostro desiderio di far nascere possa realizzarsi solo in un figlio. E non è certo perché non abbiamo ancora tagliato a sufficienza il cordone ombelicale con la madre che manteniamo così pulsante, così vera, così viva, questa voglia di parole, ma perché non siamo ancora nati del tutto. E non è in funzione dei bambini che non faremo più, o che non faremo affatto, che questa voglia di scrivere ci afferra.
Tutte le volte che si intavola una discussione, che si anima un dibattito sul tema della creazione, o meglio della scrittura femminile, prima o poi appare inesorabilmente il momento in cui qualche spirito arguto arriva a enunciare o suggerire che in linea di massima converrebbe considerare la creazione come un sostituto della procreazione…”

“…Ma che diavolo avete poi da scrivere?
Scriviamo perché c’è bisogno che si scriva. E non solo perché il passato, l’infanzia, gli odori, lo choc terribile e dolce dei primi corpi raggiungano attraverso il testo scritto la loro ultima incarnazione. E non solo perché le ferite originarie saturino, finalmente, i loro grandi lembi di dolore, di stupore, nelle parole scritte. Ma perché quello che non è stato scritto lo sia, perché il reale sia in qualche modo modificato, dilatato. Perché un piccolo spazio nuovo sia dato ad altri che vi troveranno di che respirare, di che crescere, di che parlare…”.