martedì 29 settembre 2009
segnalazione, Aied Milano
Per aiutare le mamme a sentirsi meno sole e ad affrontare le prime difficoltà nella gestione quotidiana del bambino, con tutto quello che l'arrivo di una nuova vita comporta, l'Aied, il consultorio di via Vitruvio 43 a Milano, mette a disposizione un sistema di assistenza a domicilio alle neomamme a cura di operatori qualificati in grado davvero di dare una mano in questo momento così bello ma anche faticoso. Il progetto "La nascita della mamma" è composto da visite gratuite a domicilio da parte di un'ostetrica che aiuterà le mamme a prendersi cura del loro bambino, ma anche di se stesse e della loro relazione col partner. Le visite sono affiancate da incontri di gruppo, che si terranno in Aied, dove le mamme e i loro partner potranno incontrarsi e condividere esperienze comuni.
SEI UNA NEOMAMMA O STAI PER DIVENTARLO? UNA TUA AMICA STA PER AVERE UN BAMBINO? CHIAMACI O SCRIVI UNA MAIL (02.66714156, info@aiedmilano.com ) PER PARTECIPARE GRATUITAMENTE AL CORSO POSTPARTO.
domenica 27 settembre 2009
Poesia (di mio figlio)
Sei partita da appena un mese
e io
sono qua che mangio i tuoi biscotti.
Mi hai lasciato così,
all’improvviso.
Avevi cose più importanti da fare.
Va bene.
Dico sul serio.
Va bene.
Anche perché il nostro non era certo
amore,
era più che altro un drago verde
e sonnolento.
E tu ogni tanto davi di matto,
ma io,
cosa vuoi,
sopportavo.
E a letto, metà delle volte,
mi sembrava d’essere a teatro
a fissare un attore che non sa la sua battuta
e
l’altra metà,
dovere.
Così i miei fottuti complessi d’inferiorità,
venivano a galla
come cadaveri sopra la schiuma
dove s’increspa l’onda.
E così,
ora me ne sto qua
a tirare le somme
di quest’ultimo anno insieme
e scopro
che è meglio stare coi tuoi biscotti,
che con te.
domenica 20 settembre 2009
L'amore nascosto
domenica 13 settembre 2009
Il tredicesimo invitato
Era bella, inquieta e piena di talento. Nell’introduzione al libro Il tredicesimo invitato, Donatella Bisutti scrive a proposito di Fernanda Romagnoli, poetessa: “…Credo sia stata schiantata dalla sua dolorosa capacità di gioia in una vita povera di eventi esteriori ma agitata da grandi tempeste interne, che poco o niente dovettero apparire all’esterno, se non della mediazione dei versi…”. Vissuta tra il 1916 e il 1986 ha attraversato gli anni nei quali, per le donne della sua generazione, non esprimersi era la norma. Tenere dentro, nascondere, censurare. Lei come poetessa ha avuto un riconoscimento molto tardivo, e io spesso penso a quanta ricchezza di pensieri, passioni, creatività, idee è andata persa in quell’epoca in cui erano ancora poche le donne che potevano osare. Donne che oggi non ci sono più e che avrebbero potuto creare opere (sculture, aziende, libri, quadri, giardini, progetti innovativi.. non importa cosa, ma che contenevano la forza di questa poesia per esempio).
Caino
Ma se sono diversa. Se non posso
applaudire con voi, se non odio
quello che odiate – ho colpa?
Io, lo confesso, lascerei sul podio il vincitore; io la mano
vorrei stringerla al vinto.
Voi fate un gran compianto per Abele,
per lo scaltro innocente, così certo
del consenso divino.
Ad un buio sudore io penso, al fiele
d’un cuore nella polvere respinto.
Io piango l’altro: Caino.
domenica 6 settembre 2009
Dieci cose di me
Adoro l’acqua, quella della doccia, del bucato a mano, della piscina, del mare e dei parchi acquatici. E’ davvero casa mia, tanto quanto mi sono estranee le discese sugli sci. La montagna mi piace per le camminate, i paesaggi, e per il clima, perché l’estate è una stagione che vorrei non arrivasse mai. Detesto l’afa e amo la pioggia, il freddo, la moda invernale. D’estate non guardo nemmeno le vetrine, tranne quelle delle scarpe che sono una delle mie passioni, insieme al caffè e alle grandi città. Una vita non mi basta, e allora cerco di vivere più vite in questa qui. Se non trovassi il mondo esterno a volte così affascinante potrei trascorrere il mio tempo chiusa in una stanza purché ci siano libri e film a volontà. Credo siano ben più di dieci le cose che ho detto di me, ma non mi metterò a contarle che io con i numeri mica ci vado tanto d’accordo. E…, dimenticavo, se qualcuno ha bisogno di aiuto faccio il possibile per esserci, ma non coltivo la bontà e quando sento la frase: porgere l’altra guancia, rabbrividisco, e a chiunque decidesse di mollarmi un bel ceffone avrei la premura di restituirlo un po’ più forte.