
lamentarsi per soprusi e ingiustizie subite sul lavoro durante o dopo la maternità. Ho deciso di iniziare una ricerca e ho pubblicato annunci sui giornali per chiedere alle madri di scrivermi e di raccontarmi le loro storie.
La quantità di testimonianze ricevute mi ha fatto capire
quanto il problema fosse esteso a un gran numero di donne,
senza distinzione di provenienza o classe sociale.
Donne che vengono punite per aver avuto un figlio, donne a
cui vengono tolte le mansioni di responsabilità, donne che
vengono licenziate o, quando la legge non lo permette, vengono messe in condizioni tali da essere costrette a lasciare il proprio lavoro. Intanto l’Italia è in allarme. Da anni è il paese con la più bassa
natalità al mondo. Il numero medio di figli per donna è fermo a uno virgola due. Poco più di un figlio a testa. Chi ha sfidato il sistema una volta, quasi mai ripete l’esperienza.”
Tempo fa lessi queste parole di Silvia Ferreri e scoprii che da quella ricerca erano nati un libro e un documentario: Uno virgola due. Il lavoro mi piacque molto e chi è stato presente a qualche presentazione del mio libro ne avrà già sentito parlare perché lo cito sempre per l’attenzione che ha avuto l’autrice su maternità e mondo del lavoro. Parallelamente alle interviste a donne che narrano la situazione da loro vissuta, scorrono flash della storia delle donne della famiglia di Silvia. Dal 1900 in avanti. E mentre procedono gli anni il numero di figli partoriti da ogni donna, diminuisce. Perché l’Italia è un paese nel quale una donna che sceglie di non diventare madre subisce una pressione sociale forte e domande inopportune, ed è anche il paese nel quale una donna che sceglie invece di diventarlo riceve pochissimo sostegno. Silvia Ferreri, attrice, regista, autrice del libro e del documentario ha da poco aperto questo blog, dove troverete ulteriori riferimenti in merito a Uno virgola due, e il progetto di una nuova ricerca. Il problema lavoro non è affatto risolto. Tutt’altro. La ricerca di Silvia continua. So che alcune lettrici di questo blog hanno vissuto e vivono sulla loro pelle questa dura realtà. Vogliamo aiutarla in questa ricerca?