domenica 19 aprile 2009

Cose da donne?

I post e i commenti di Silvia e di Denise mi hanno fatto rimuginare su un tema irrisolto: le donne curano, gli uomini molto meno, per ora. Allora sono andata a riprendere uno dei libri che ho amato di più negli ultimi anni: A modo mio di Elena Liotta. E’ un libro utile a ogni donna che desidera riflettere sull’essere tale, uno di quei libri da tenere in libreria, assaporarlo un pezzo per volta, poi leggerlo tutto insieme e infine riprenderlo a tratti. Almeno io così ho fatto. E ora che l’ho riaperto ne trascrivo una parte perché la condivido in pieno e non avrei saputo dirlo così bene.“…le donne- in qualsiasi ruolo si trovino- continuano ad adattarsi e a mandare avanti il loro lavoro facendo spesso appello al rinomato “senso pratico” o “buon senso; alla bravura nell’organizzare, nel comunicare, nel rendersi disponibili quando serve, oltre l’orario, il compito e il contesto.
Ma lo fanno perché sono così di “natura”, come sostengono molti uomini e anche alcune donne?
C’è forse in questo un’ingenua tautologia: visto che lo fanno vuol dire che ci sono portate, oppure sono brave perché lo fanno da sempre, come la funzione materna. Si farebbe meglio a pensare che sono state sempre costrette in qualche mansione, che a ogni generazione hanno imparato dalle loro madri a farlo, che continuano anche oggi poiché le suggestioni sociali e massmediatiche sono sempre le stesse, perché i lavori di accudimento, servizio e cura rimangono ancora facilmente accessibili alle donne, soprattutto perché gli uomini continuano a rifiutarsi di farli.
Rimane il fatto che alcune funzioni e ruoli della vita umana sono essenziali per la sopravvivenza della comunità. Qualcuno dovrà pur occuparsi della manutenzione, della pulizia, dell’igiene, dell’alimentazione, del riposo, dell’accudimento dei piccoli, dei deboli, degli anziani, di spazi, tempi, contesti, persone. Non si tratta solo di lavori elementari, ripetitivi, automatici. Occorre saper pensare, agire, trovare soluzioni, a volte anche sul momento, tenendo insieme coerentemente diverse parti di un sistema.
Anche nelle società psicoanalitiche o negli ordini professionali del campo della cura e dell’educazione, negli uffici di segreteria, centralino, manutenzione e organizzazione troviamo sempre e solo donne.
Ma forse è il caso di smettere di invocare un femminile innato che spinge al servizio. E’ troppo comodo per il maschile per essere vero”.
Questa è la situazione attuale, se i genitori e- mi spiace dirlo- tante madri, smetteranno di crescere i figli maschi come persone alle quali tutto è dovuto, potremo vedere fra qualche anno qualche cambiamento.

34 commenti:

  1. ieri io e mia figlia ci siamo prese un pomeriggio insieme e ce ne siamo andate in città a farci un giro e ho lasciato il figlio piccolo al marito, doveva portarlo a scout alle 15 e andarlo a prendere alle 17 e portarlo a una festa.
    la stessa identica cosa che ho fatto io sabato scorso.solo che nelle finestre di tempo io ho fatto la spesa alla coop (carrello stracolmo) il pieno di detersivi, un giro all'ingrosso del fruttivendolo, un giro nell'azienda agricola x la carne di maiale e ho steso due lavatrici.
    ieri invece mio marito si è lamentato ( e ha chiamato cento volte)che nn ha fatto altro che correre e nn ha combinato nulla tutto il pomeriggio se nn fare da taxista al piccolo....nn lo so se è genetica, abitudine, fancazzismo o semplicemente poca organizzazione, ma in questi casi che sono io...wonderwoman?????

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  2. Quindi non sbaglio se voglio assecondare il desiderio di mio figlio di giocare con asse da stiro e cucina giocattolo... :-)
    Scherzi a parte, è ben vero che conta l'educazione. Mio marito, figlio unico, servito e riverito in tutto, non è capace di fare la lavatrice. Anche se gliel'ho insegnato. Mio fratello, primo di tre figli e figlio di una madre moderatamente esigente, si stira le camicie da solo.

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  3. E' evidente che non è per natura che le donne "curano" gli altri, ma "per cultura", e persino il dubbio che abbiamo la dice lunga su molte cose: fa comodo agli uomini (che finora hanno scritto la storia, culturale e sociale che viviamo ancora sotto altre forme) perché convince le donen che sono nate per far questo, quando in realtà non c'è nessuna prova scientifica sulla presenza del gene della cura nel sesso femminile...

    Mi piace l'idea della cura che propone l'autrice citata: non è necessariamente fatta di operazioni automatiche e irriflesse, ripetitive. C'è scelta, c'è creatività, però sempre esercitate entro spazi angusti. Ancora più angusti se si ritiene che alla donna per natura spetti di occuparsene in modo esclusivo. Non è natura , è cultura: quindi, uomini, rimboccatevi le maniche.

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  4. Questo post mi colpisce in un punto dolente, perché proprio pochi giorni fa esponevo a Luca le mie difficoltà nell'essere la referente unica per la salute dei figli. Nel senso: quella che decide quando portarli dalla pediatra, che sa quali medicine dare e in quale quantità, ecc.
    Nel mio caso, la cosa mi dà particolarmente fastidio perché, in caso di malattia, sto a casa io con i bambini, cosa che mi piace decisamente più che andare al lavoro (anche se non sono contenta che siano malati).
    Insomma, nella mia condizione sarebbe facilissimo cadere nella sindrome di Munchausen e io voglio qualcuno che mi faccia da controllore.
    Anche se è un fatto oggettivo che Ettore abbia tosse e catarro da un mese :-(

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  5. c'è certamente una componente genetica nel fatto che l'uomo è meno organizzato e meno capace di essere multitasking. lo vedo pure sul lavoro, noi abbiamo una marcia in più
    poi c'è certamente un gran lavoro che dobbiamo fare noi madri di maschi nell'educarli

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  6. Concordo con le tue conclusioni.
    I maschi sono figli delle donne! Se non è una donna ad insegnarli il rispetto per il suo genere, per il 'servizio', per la cura... chi glielo deve insegnare?

    D'altra parte, quando noi donne diventiamo compagne e madri, spesso non sappiamo nè delegare, nè chiedere aiuto.
    Spesso disdegnamo gli aiuti che ci vengono dati, 'perchè tanto noi sappiamo fare meglio'.

    Io ho un marito meraviglioso.
    Lui è un vero e proprio mammo, e siamo completamente intercambiabili nella cura della bambina e nella gestione della casa.
    Poi, per comodità, è lui a buttare la spazzatura e io a fare le lavatrici, ma non c'è volta che io non mi senta in completa armonia con lui.

    E' una cosa che mi ha insegnato lui, però.
    Mi ha insegnato a non pretendere, a non cronometrare gli aiuti, ad 'alleggerire' l'importanza di alcune cose: polvere, non importante; rilassarmi, importante.

    E' grazie a lui se ho imparato a fare una scala delle cose di valore, nella mia vita.
    E con grande dolore mi sono accorta di aver sprecato tempo ad essere infelice e scontenta per tanti anni, quando essere felice era davvero una cosa semplicissima.

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  7. Ecco... mi pare che tutte, qua, per ora, concordiamo sul fatto che ci sono grandi margini di miglioramento...

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  8. @mammafelice: tocchi un punto importante. Quanto alcune donne tendono a non lasciar fare perché se non è fatto alla perfezione...Dal capitolo "come rovinarsi da sole". Ciao!

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  9. mio figlio gianluca 15 anni quando era piccolo stava sempre attaccato a mio padre. Un giorno serio serio mi disse mamma io quando sarò grande voglio fare come nonno, ed io cosa amore? "taglio l'erba......coltivo l'orto......suono il pianoforte.......stiro le camicie, cucino la pasta, lavo per terra!"
    L'esempio è davvero tutto e mio padre in questo pur essendo di un'altra generazione era un mito!!!!
    Peccato che poi mio padre sia morto troppo presto e mio figlio cresciuto troppo in fretta!
    Polly cinquevoltemamma

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  10. @Polly: un nonno così era davvero un mito!

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  11. Ciao, mi sa che è la prima volta che lascio un commento... mi viene da pensare che bisogna educare i figli, ma prima bisogna educare le donne a non voler essere martiri a tutti i costi... l'educazione va fatta anche alle figlie, oltre che ai figli!! ;-)

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  12. Non so, a me sembra che spesso siano più fragili questi maschietti. Non so se per natura o per cultura, ma alle volte danno proprio l'impressione di non farcela a tenere tutto "sotto controllo" come, forse erroneamente, pretendiamo noi donne. Ma, per esempio, come si fa ad educare un bambino a diventare un uomo che cura, nutre, offre l proprio servizio e, al tempo stesso, sia in grado di interfacciarsi con una società che "si aspetta" che lui sia ancora il macho della situazione ?

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  13. è evidente che sono d'accordo sull'aspetto culturale.
    mio marito mi aiuta tantissimo, pero' chissà come mai la responsabilità QUOTIDIANA di mettere qualcosa in tavola per tutti è mia (e, scusate, ma non c'è paragone con lo stendere qualche lavatrice (che se non lo fai ora lo fai domattina chissene) o passare l'aspirapolvere o altro).

    pero' io sono straconvinta che non ci sia paragone fra il nostro cervello e il loro.
    sottoscrivo che ci siano margini di miglioramento, ma mio marito non ce la farebbe mai a gestire pranzi, cene, organizzazione per il giorno dopo, lavorando a tempo pieno.
    Su questa cosa sono stra-sicura. Sono limitati. Poi ci sarà qualcuno particolarmente illuminato, ma son pochi.

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  14. Mio marito è figlio unico. Suo padre e sua madre lo hanno abituato, fino da piccolo, ad essere autonomo e indipendente. In casa siamo intercambiabili, chi prima arriva prima fa, io sono più veloce, lui è più preciso. Mio fratello è stato cresciuto nel mito del maschio fancazzista, non ha ancora cambiato una volta il pannolino a sua figlia di sei mesi, mia madre si è risentita con mia cognata che ha voluto preparare la cameretta per la piccolina appena l'ha portata a casa, se avesse lasciato il divano letto nella stanza "almeno mio figlio avrebbe potuto riposarsi la notte quando la bambina piange!" come se non fosse figlia sua. Quando da ragazzina dicevo che non trovavo giusto che gli uomini in casa non muovessero un dito e che quando entrambi si lavora si deve collaborare allo stesso modo per tutto il resto, mi veniva detto che ero inutilmente polemica e che con le mie idee non avrei mai trovato uno straccio di marito. Adesso che il marito l'ho trovato, e proprio come volevo io, vengo criticata perché lava, stira e cucina e perché mi "accontento" dei servizi fatti da un uomo. Ma sono soprattutto due affermazioni che mi danno un po' fastidio: la prima è che è fortunata chi ha un uomo che "aiuta". Attenzione: sempre meglio di niente ma l"aiuta" sottintende che il grosso del lavoro lo fa la donna, l'uomo quando può, riesce, ha tempo e non c'è il campionato di calcio porta su le confezioni d'acqua minerale e lava i vetri. L'altra è che "le donne hanno una marcia in più". Allarme rosso: Con questa affermazione ci stanno fregando da una vita!!!

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  15. Che dire, mi trovo completamente d'accordo con Alessandra!

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  16. sì, veramente, con questa scusa che noi ce la facciamo, ci hanno proprio fregate!
    e, in effetti, ci vuole una marcia in più per poter gestire tutto. Ma non è detto che un uomo non possa averla.
    secondo me gli uomini non sono limitati, è proprio questione di cultura, di esempio ricevuto, di continuità.

    prendete la legge di darwin: milioni di anni fa le giraffe avevano il collo corto, hanno iniziato ad allungarlo per mangiare le foglie e dopo qualche generazione hanno cominciato a nascere giraffini con il collo sempre più lungo. e così si è evoluta la specie.

    così è per gli uomini, che NON si sono evoluti. anzichè doversi lavare la biancheria, stirare, preparare il pranzo, quasi tutti sono passati dalle cure della mamma a quelle della moglie ( o delle mogli di amici, dove i single vanno a scroccare cene ); per questo non hanno sviluppato il senso dell' organizzazione e della praticità.
    ovviamente ci sono le eccezioni, ma non bastano a far evolvere la specie.
    cosa ne dite??? paola

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  17. Ma quanti bei commenti! Leggendoli pensavo a quanto sia importante stare davvero attente alle varie trappole che ci sono: è vero, bisogna educare i maschi a collaborare e le femmine a essere meno "martiri" (oppure madri dei mariti), a non considerare già tanto un eventuale "aiuto". Che se no la nostra capacità di risolvere mille cose insieme ci si ritorce semplicemente contro. Letizia la domanda che poni è una di quelle..."lavori in corso". Questa è davvero la sfida. Arrivare a considerare che ognuno contribuisce alla gestione della casa, senza che questo sminuisca o metta in crisi indentità di genere.
    Poi certo, permettersi un aiuto esterno sarebbe l'ideale. Ma il punto non è nemmeno questo. Il punto è "pensare" entrambi che la gestione di famiglia, figli, casa, compete a entrambi. Alessandra 1966: posso proporre un minuto di silenzio per la frase, notissima,"almeno mio figlio avrebbe potuto riposarsi la notte quando la bambina piange!"?
    C'è un mondo dietro a quella frase e...che mondo!! Si può anche variare in "non disturbate papà che sta riposando, che è tanto stanco". Papà. Grazie a tutte!

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  18. Come ti ho scritto da me è tragico ma è reale.
    Però è una bellissima sfida per una madre di maschi.
    Se i care givers fino ad ora sono state le donne (anche se non in tutte le famiglie perchè ad esempio mia nonna è stata curata per 15 anni da mio zio e da mio papà...le 5 sorelle se ne sono altamente sbattute), vediamo un po' di invertire la rotta...è compito nostro. Ma non solo. E' compito anche dei padri. Perchè i figli li guardano e ne assorbono il rispetto e la dedizione.

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  19. si potrebbe dire ... telefonami tra cent'anni ...
    e vedere di nascosto l'effetto che fa ... battute a parte, riflettevo rileggendo questo rincorrersi di pensieri ... ma davvero forse tra cento anni vedremo questi maschi figli, nipoti, pronipoti diversi.
    mi sembra che la prima variabile interessante che ho trovata nei maschi che conosco è la differenza tra figli di casalinghe e figli di donne che lavoravano/lavorano. i secondi, in massima parte, erano un pò più autonomi...

    però in generale il cambiamento dovrebbe essere un pò più generale, e trasversale in modo che anche il sociale che gira attorno,e gli altri enti educanti (nido, scuola materna, elementare e su a salire) trasmettano un messaggio simile ai bimbi/bimbe, in modo da rinforzarlo ....

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  20. @Silvia e Monica: i vostri commenti sui padri e sul sociale, messi insieme ai precedenti mi ha fatto pensare che c'è ancora così tanto da risolvere su questo tema che bisogna lavorarci da una serie di fronti, in contemporanea, sperando appunto, fra cent'anni...di dedicarci a cose più interessanti!

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  21. Io non so se sarò capace di educare i miei figli in tal senso. L'insegnamento non è solo quello delle parole: mio marito in casa fa poco; quando andiamo dai miei vedono un nonno e uno zio il cui unico compito è stare a tavola e lavorare fuori casa; dai suoceri ancora peggio ma lì non ci siamo praticamente mai.
    Questo purtroppo è quello che vedono spesso. Mi auguro solo che il cercare di coivolgerli, attraverso il gioco, nelle attività casalighe quotidiane sia un buon punto di partenza.

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  22. Devo ammettere di essere una mosca bianca. Il mio compagno fa più di me... Ma forse sono io che sono patologica. Il senso della casa non l'ho mai avuto. E mi spiace.
    Igraine

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  23. hai ragione tu, sono le mamme che creano degli uomini abituati ad eseer serviti e riveriti e specie qua al sud, dove le mamme spesso non lavorano e stanno a casa tutti i giorni, ebbene queste mamme sono la cosa peggiore per un figlio. Portano il caffè a letto la mattina, lavano e stirano, non si lamentano mai,cucinano, puliscono e accudiscono come delle vere schiave e il bello è che sono felici di farlo, cioè per loro è una cosa naturale e poi i figli quando cercano moglie vogliono un'altra che faccia le stesse cose. Io sono stata fortunata, ho trovato un figlio che è riuscito a staccarsi da sua madre e dalle sue morbose cure e diventare un uomo autonomo che mi aiuta e mi sostiene in tutto, dalla cucina al bucato, dalle pulizie al cucito, insomma un caso raro, me ne rendo conto e sono ben felice di avergli fatto scoprire se stesso, finalmente libero da una prigione di incapacità che la madre stessa aveva creato.

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  24. @Renata: infatti l'esempio dei padri sarebbe davvero importante. E' che ancora troppi padri devono imparare...
    @igraine: perchè patologica? possiamo avere interessi diversi e se il tuo compagno fa lui...ben venga. Il senso della casa come l'istinto materno e molte altre cose non sono obbligatori. ( che poi sia più comodo farci pensare che sia così è un'altra storia...)
    @amleta: è proprio la capacità di staccarsi da madri così che porta all'autonomia. Madri che pensano di sacrificarsi per i figli e invece desiderano semplicemente renderli dipendenti da loro. Ah l'amor materno...

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  25. Sono d'accordo anche io sul fatto che le CURE siano quasi sempre mansione delle donne per un fatto CULTURALE e non NATURALE o BIOLOGICO. Questo lo deduco anche nell'osservazione del mio compagno che, pur mantenendo un'infinità di comportamenti "maschi" (socialmente maschi), si prende ogni giorno cura del nostro bambino, dalle cose più semplici a quelle più importanti.
    Se noi, madri di "maschi", ci impegnassimo tutte ad educare figli che non diano per scontato le distinzioni di ruoli e mansioni forse qualche cambiamento si potrebbe iniziare a vedere.

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  26. Mio marito è stato educato a non far niente, la sua mamma era, ed è, donna prodiga di cure. Ma, nonostante l'educazione, e al di là di una divisione di compiti che vede me più impegnata nelle cure domestiche, per una questione di organizzazione del lavoro fuori di casa, insomma, lui non è che deleghi per principio. Nella nostra routine quotidiana, ci sono delle cose che fa lui (tipo rimettere a posto la cucina, preparare pranzi e cene quando io e i nani facciamo tardi, cose così..) e i figli sanno che siamo intercambiabili, dal punto di vista funzionale. Le figlie femmine sono disordinatissime, il maschio mi chiede spesso se può pulire qualcosa ;)
    Ma al di là del fatto che l'educazione è importante, e sta a noi, come genitori, decidere come ci piacerebbe che fossero i nostri figli, c'è anche -forse, dico forse perché non voglio essere linciata e ora è tardi e magari torno domani a finire il commento - insomma c'è forse anche una componente biologica che ci differenzia.
    Ora che i figli non sono più neonati, per esempio, io mi sento meno chioccia e vedo con occhi diversi anche la casa in cui vivo...
    LGO

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  27. credo proprio che tu abbia ragione e questo libro mi pare proprio interessante.
    effettivamente siamo forse noi a dover aiutare i nostri figli maschi a crescere in un determinato modo.
    non diciamo forse sempre che gli uomini viziati da mamma sono terribili? quelli che anche a 50 anni quando hanno un problema corrono da mammà?
    certo, io ci sarò sempre per mio figlio ma qui c'è da fare un grande atto di altruismo. Le mamme che curano e basta magari credono di fare del bene. Ma non è forse un po' egoistico cercare di essere sempre laparte indispensabile della loro vita e non insegnargli a vivere in modo totalmente indipendente?
    io se guardo al futuro, vorrei un figlio capace di arrangiarsi sempre nella vita.
    E ripeto, sicuramente non gli farò mai mancare un mio abbraccio, un mio bacio.

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  28. Non so Marilde, a me dispiace. Sia perché lui un po' si lamenta, sia perché mi sembra che mi manchi qualcosa...

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  29. @Igraine: il tuo commento, ma anche gli altri ultimi, mi fa venire in mente che c’è tutto un piacere nella cura, che è quello che senti che ti manca se ho capito bene, che c’è, che esiste, e che a volte proprio perché buona parte della cura ricade sulle donne, rischia di essere smarrito. Faccio un esempio concreto. Quando i miei figli erano nell’età in cui si discute di più sulla collaborazione domestica, io mi privavo del piacere di portare loro la colazione a letto. E mi dispiaceva questo. Però privavo me e loro di qualcosa di piacevole fino a che non ho avuto chiaro che avevano capito che non era garantito. Che anzi se imparavano loro a portare a me il caffè poteva essere una bella cosa ( per me, e per le loro compagne in futuro per esempio). Quando ho capito che avevano appreso il significato della “reciprocità” nelle cure, mi sono permessa di nuovo quel delizioso rito.

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  30. ciao marildeeeee!!! ma ki si rivedeeee!!! sono giorgia, ti ricordi di me??? http://mammeinlinea.forumattivo.com

    non sei piu venuta a trovarci però :(

    come va il libro..cavoli che bello il tuo blog!

    ti va scambio links?
    ci farebbe molto piacere dato che ti abbiamo conosciuta prima della nascita del tuo libro ^_^

    vedo che conosci amleta! anche io la conosco ed anche lei è nel ns forum!!

    a presto!!

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  31. Marilde, dopo la lettura di Elena Liotta,di una storia delle donne, e soprattutto di Goliarda Sapienza,s quest'argomento avrei da dire tante cose non solo personali e quindi mi sa che appena posso ci scrivo un post e poi ti linko

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  32. Cara Marilde, ho appena finito di leggere il tuo bellissimo libro. Complimenti! Venendo a curiosare sul tuo blog, ho trovato questo post molto stimolante.
    Io credo che il problema non sia tanto di differenze genetiche tra uomini e donne, quanto di pressioni culturali sulle differenze di genere che si respirano durante la crescita. Le differenze nella gestione della casa e dei figli in culture e paesi diversi ne sono la prova evidente. Io ad esempio vivo in Svezia, dove c'è molta più parità e condivisione dei compiti.
    Ho scritto un post sul nostro blog intitolato "Giochi da femmine" per sottolineare proprio il fatto che anche i figli maschi vanno educati alla parità, anche attraverso il gioco. Ecco il link: http://genitoricrescono.com/giochi-da-femmine/ Spero ti piaccia.

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  33. Lo ripeto da sempre è colpa delle madri se i bambini maschi sono più lenti. Lo notavo quando andavo in piscina. Al mattino le maestre portavano anche i bimbi delle scuole materne ed a parità di età le femmine si spogliavano, si cambiavano, si docciavano e si rivestivano da soli mentre i maschi no. Al mattino guardo un bimbo di quasi 3 anni. Da noi lui ha imparato a bere dal bicchiere, a lavarsi le mani da solo a togliersi le scarpe e a mettersi le calze, a infilarsi la giacca e a fare pipì nel water abbandonando il vasino, .... io sono abituata alle mie tre bimbe. Il mio obiettivo anche per lui è , come per le mie, l'autonomia. E' stato spronato a fare piuttosto che a chiedere ed ha imparato. A casa sua però lo assecondano in tutto perchè piccolo e ..... maschio!

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  34. Giorgia, Piattini, Serena, Trilli: grazie!

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