Le frasi che seguono sono state scritte da Annie Lecrerc nella postfazione del libro In altri termini di Marie Cardinal. Quando le ho rilette, quest’estate, ho pensato che nonostante siano state scritte 25 anni fa non denunciano affatto la loro età. Eccole dunque, e rieccomi.
“…Perché non credo che il nostro desiderio di nascere cessi nel momento esatto in cui lasciamo il corpo di nostra madre, né che il nostro desiderio di far nascere possa realizzarsi solo in un figlio. E non è certo perché non abbiamo ancora tagliato a sufficienza il cordone ombelicale con la madre che manteniamo così pulsante, così vera, così viva, questa voglia di parole, ma perché non siamo ancora nati del tutto. E non è in funzione dei bambini che non faremo più, o che non faremo affatto, che questa voglia di scrivere ci afferra.
Tutte le volte che si intavola una discussione, che si anima un dibattito sul tema della creazione, o meglio della scrittura femminile, prima o poi appare inesorabilmente il momento in cui qualche spirito arguto arriva a enunciare o suggerire che in linea di massima converrebbe considerare la creazione come un sostituto della procreazione…”
“…Ma che diavolo avete poi da scrivere?
Scriviamo perché c’è bisogno che si scriva. E non solo perché il passato, l’infanzia, gli odori, lo choc terribile e dolce dei primi corpi raggiungano attraverso il testo scritto la loro ultima incarnazione. E non solo perché le ferite originarie saturino, finalmente, i loro grandi lembi di dolore, di stupore, nelle parole scritte. Ma perché quello che non è stato scritto lo sia, perché il reale sia in qualche modo modificato, dilatato. Perché un piccolo spazio nuovo sia dato ad altri che vi troveranno di che respirare, di che crescere, di che parlare…”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Bello ritrovarti Marilde. Con questo testo poi...io che desidero rinascere ogni giorno.
RispondiEliminabentornata Marilde, sei ricaricata? qui ritrovo tutta la tua spinta creativa. :)
RispondiEliminaBentornata :-)
RispondiEliminaben tornata ... il punto sulla necessità di scrivere è particolarmente in sintonia con il dibattito che ultimamente si è avviato, legato al bisogno che le donne non solo si dicano, ma dicano, mostrino, espongano, narrino e riempiano quel troppo pieno (che è anche troppo vuoto) che ci gira attorno ....
RispondiEliminaun riempimento che deve essere necessariamente diverso, colmo di altro, anche - alle volte - del silenzio che ci fa crescere ...
un abbraccio monica
Ben tornata Marilde.
RispondiEliminaEd è proprio un "ben" tornata" con questo post.
Bentornata Marilde. Quanto hai riportato è davvero molto attuale.
RispondiEliminabentornata!
RispondiEliminaquotando Monica, aggiungo che finche' il vuoto non si riempie lo scrivere al femminile e' un dovere sociale.
@supermamabanana ma sai che la tua frase è bellissima e sintetizza benissimo il concetto? ;-) la prenderò in prestito .... posso ?
RispondiEliminaMa grazie!! grazie a tutte. La pausa è stata fertile e sono tornata volentieri. Queste parole mi sembravano davvero adatte, e sì, concordo in pieno con il dovere sociale di scrivere e con il desiderio di rinascere ogni giorno. Ci sono parecchi progetti legati al libro per l'autunno. Un po' sparsi per l'Italia. Spero sarà occasione per vederci di persona. Quando ho aperto il blog e ho trovato tutti questi messaggi, ho avuto una bellissima sensazione di "rete". Grazie!
RispondiEliminaonoratissima monica, ovviamente si :-D
RispondiEliminaben tornata ..... io credo che il fermento sia tipico dello spirito femminile...lo scrivere è il nostro battito d'ali
RispondiEliminain particolare oggi che capito qui, non sai quanto mi siano vicine queste parole. grazie
RispondiEliminaDavvero bentornata! Ho scritto fino adesso (ma non cose che venivano dal cuore) scrittura prezzolata, quindi adesso smetto perchè ho male agli occhi, però riprenderò presto....
RispondiEliminaBentornata Marilde. Rileggerti è un piacere ;)
RispondiEliminaHai messo per iscritto il mio desiderio di avere un altro bambino...
RispondiEliminaAncora una volta ci incontriamo.
RispondiEliminaLa Cardinal..quanto ho amato "Le parole per dirlo".
L'hai letto?
Cara marilde,
RispondiEliminail tuo articolo mi ha ispirato un post. Ti ringrazio per avermi fatto mettere per iscritto quello che avevo da tanto nella zucca. Se vorrai fare un salto sul blog ne sarò lieta!
Marilde, scrivere per sciogliere questo grumo duro che ogni tanto ho dentro, un grumo che sembra sul punto di scoppiare ma non ci riesce. Come stasera.
RispondiEliminaBentornata
/graz
Per tutte: grazie per i messaggi, i saluti e la condivisione dell'importanza, e della potenza delle parole.
RispondiElimina@widepeak: benvenuta!
@mammainblueJeans: ora vengo a leggerti.Grazie!
@Silvia:Le parole per dirlo è uno di quei libri che rileggo ogni tanto...che una volta non basta. Sempre attuale anche quello.bellissimo.
un abbraccio a tutte.
ciao marilde, bentornata!
RispondiEliminabellissime parole ... è vero, abbiamo così tanta voglia di parole perchè non siamo nate del tutto ...
ciao e grazie per i tuoi spunti, sempre interessanti,
paola
il mio "bentornata" si accompagna alla soddisfazione per la scelta di un libro così significativo e di un passo così importante
RispondiEliminagrazie, marina