sabato 9 maggio 2009

Louise Bourgeois, i ragni, le madri

Louise Bourgeois, artista francese quasi centenaria, ha trascorso buona parte della vita negli Stati Uniti. Ha iniziato la sua carriera usando diverse tecniche ma specializzandosi poi in opere scultoree e installazioni. Per crearle ha usato marmo, bronzo, gesso, legno, ferro, tessuti e materiali sintetici. Solitaria e prolifica dice che “Il dolore è il soggetto di cui mi occupo. Dare significato e forma alla frustrazione e alla sofferenza”. Nelle interviste spesso racconta del difficile rapporto con i suoi genitori e la cosa che mi ha sempre colpita è che pare essere una di quelle persone che non è riuscita a trovare pace né perdono delle sofferenze ricevute a distanza di moltissimi anni. Succede. Ma il motivo per cui ne scrivo è che fra le sue opere più famose ci sono dei giganteschi ragni di acciaio, i suoi “giant spiders”, uno dei quali si chiama “Maman” opera del 1999. Penso a quante volte nelle immagini di arteterapia emerge la figura del ragno, che poi nelle associazioni è collegata a un aspetto del materno. La madre che nutre, che tesse la tela e dunque sostiene e protegge, ma che può anche intrappolare. Sono due aspetti che Louise Bourgeois ha rappresentato molto bene con le sue sculture giganti. Quante volte una madre soffocante è vista come una buona madre? E quante volte una madre che ama i propri figli in modo sano e li lascia liberi viene vista come una madre poco adeguata?
I giant spiders viaggiano nelle piazze e nei musei di tutto il mondo per raccontarci che una madre può anche intrappolare come un ragno.

16 commenti:

  1. Forte e significativa questa immagine dal doppio significato.
    Io avevo solo e sempre visto la figura della rete che sostiene protegge, guida...

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  2. ho potuto vedere una temporanea della bourgeois qui a new york e ne sono rimasta affascinata.
    http://caiacoconi.spaces.live.com/blog/cns!5AAB86A233FCF170!1996.entry
    qui c'e' il post nel mio vecchio blog dove ne parlavo... e' un'artista davvero interessante!!!

    auguri per domani!
    claudia

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  3. Bella l'immagine. L'ideale sarebbe trovare un equilibrio tra l'essere presenti e lasciare liberi, non è facile... anche se mi accorgo che con il grande, che poi tanto grande non è, sto iniziando ad imparare. Forse crescendo impareremo insieme a trovare il giusto equilibrio.

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  4. @beba: e invece...meno nota ma c'è anche l'altra faccia. L'ho scoperta da poco anch'io e la trovo molto efficace.
    @caia coconi: grazie! ( ogni volta che nomini New York sento una cosa inequivicabile: invidia allo stato puro)
    @Renata: è davvero un problema di tempo e di continui aggiustamenti. Si impara!

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  5. Avevo risposto ma il mio commento è sparito :(

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  6. È anche un fattore culturale. Una madre soffocante è spesso una madre italiana, lo dico con rammarico. E poi ci sono anche le madri che se ne fregano. In medio stat virtus, come per tutto, ed è difficilissimo.
    La metafora del ragno, splendida. Il ragno può essere anche una vedova nera, assai velenosa.

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  7. ...E poi la madre che soffoca provoca tanti di quei sensi di colpa nei figli e li priva, spesso, della libertà di scegliere la loro vita. In una sorta di ricatto tipo "dopo tutto quello che ho fatto per te, tu mi ripaghi andandotene?". Eppure socialmente sembra molto più accettata come quella "che è tanto brava, perchè si occupa a tempo pieno dei suoi bambini"...

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  8. @Denise: Succede ogni tanto anche a me. Mistero.
    @Martina Buckley: con rammarico, ma è la realtà. In Italia più che altrove esiste questo tipo di madre.
    @Letizia: questo è il problema. Che socialmente non viene vista come una cosa negativa, anzi!

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  9. allora mio figlio che ha paura dei ragni....mi devo preoccupare??????

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  10. Non dimentichiamo la yiddische mame, che somiglia taaaaanto alla mamma italica. La differenza è che gli ebrei la prendono sul ridere (grazie Moni Ovadia), mentre noi la santifichiamo. Sgrunt!

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  11. @Letizia: hai centrato in pieno il problema. Ed è un problema enorme, che viene appreso e propagato da una generazione di donne all'altra.

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  12. @Piattini: tuo figlio è in numerosa compagnia, la mia di sicuro...
    @Lanterna e Martina: grazie, le avevo proprio dimenticate. In effetti, come dire, tengono il loro posto.

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  13. Dev'essere terribile portarsi dietro per tanti anni tutto il rancore per un rapporto non felice. Anche se poi da tutta questa sofferenza nascono opere che fanno riflettere, commuovere, pensare...

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  14. @LGO: è proprio una cura. Scolpire, dipingere, danzare, cantare, scrivere...

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  15. L'immagine dei ragni è molto forte, e incisiva.
    Quando insegnavo, mi capitava molto spesso di incontrare dei giovani intrappolati, incapaci di crescere, accompagnati da madri che rispondevano al loro posto e tutto pretendevano di controllare.
    Allora ero incinta del mio primo bambino (maschio, fra l'altro) e mi riproponevo continuamente di non dimenticare certe lezioni.

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  16. Mi sono trovata davanti ai rgni della Bourgeis mentre ero alla Tate Modern di Londra, un incontro emozionante,come descirverli?a me hanno trasmeso un senso di forza e di eleganza
    Melania

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